Questo blog nato da poco vuole raccontare le impressioni  e le esperienze di un viaggio in Giappone, paese che adoro e nel quale non speravo di poter ritornare per ben due volte! Con occhi occidentali ho cercato di carpire un pò dello spirito orientale, imparando molte cose. So che molti di voi sono più preparati di me sulla cultura, sul cibo e sul modo di vivere nipponico! I commenti e le precisazioni in merito saranno ben accolte, il blog è ancora in aggiornamento nelle sue sezioni e nelle immagini.
Grazie a tutti coloro che avranno voglia di leggermi!

martedì 30 settembre 2008

Sandan-heki, uno sguardo all'infinito



Chi non vorrebbe sentirsi almeno un pò speciale nella propria vita? C'è chi ha la fortuna di esserlo davvero e avendone consapevolezza si affaccia alla quotidianità con uno spirito positivo volto a mantenere questo status in ogni momento, quasi una responsabilità  verso gli altri. C'è chi non è per niente speciale ma non lo sa e forse la sua vita  scorre tranquilla, mediocre ma non per questo meno lieta. C'è poi una terza categoria di persone, quelle che si sono sentite a lungo uniche per un loro dono innato o perchè la loro vita ha fatto in modo che questa forza si radicasse nelle proprie convinzioni e poi...a un certo punto prevale un'altra consapevolezza, aprire gli occhi rendendosi conto di non avere più nulla di speciale nel proprio intimo e tantomeno agli occhi degli altri o della persona che si ama...la consapevolezza di essere come tanti altri se non addirittura peggio. Forse sono persone di questo tipo che in preda alla disperazione data da un'improvvisa quanto violenta presa di coscienza della realtà, decidono di saltare giù dalla scogliera di Sandan-heki, la Scogliera dei tre gradini, uno splendido punto di vista verso l'oceano infinito, l'ultimo gesto per il quale essere ricordati. Il cartello sulla scogliera è volto a scoraggiare gli eventuali suicidi in questo luogo altrimenti straordinariamente poetico.
Proseguendo oltre il promontorio di Sakino-yu onsen, in una trentina di minuti si arriva a questa meraviglia naturale. Ci sono due punti panoramici, una balconata con tanto di balaustra di sicurezza da cui osservare la grotta sottostante e le possenti onde del Pacifico che vi penetrano (n.b. ci si può scendere anche con un'ascensore, ma sembra la grotta dei pirati di Gardaland !) e, attraversando un bellissimo giardino, si può arrivare al salto di cinquanta metri, per assurdo non protetto da ringhiere, che lascia l'orizzonte libero attraendo pericolosamente molte persone.
Anche io mi lascio prendere dal fascino di questo luogo, mi tolgo le scarpe perchè le rocce sono scivolose, guardando di sotto il senso di vertigine è molto forte, mi siedo su un masso sicuro e me ne sto là a pensare, a godere della bellezza, contemplando un orizzonte vasto e tutto uguale. Si dice che il vuoto attragga, forse è un desiderio di diventare parte del Tutto, più prosaicamente  la disperazione e il male di vivere che annientano i più deboli.
C'è un pò di vento qui sopra ma non riesco ad andarmene, si sta così bene a contemplare il Niente! Ai miei piedi scorgo degli ancoraggi per le corde, sì perchè Sandan-heki si può scalare e la cosa deve essere alquanto suggestiva.
La prossima volta che tornerò in Giappone voglio venire qui e scalare la scogliera, ho iniziato un corso di arrampicata, se va bene potrò essere in grado di farlo, sarà il mio modo per essere di nuovo speciale.

lunedì 29 settembre 2008

Sakino-yu e altri onsen



22/07/08
Il Nihon Shoki, uno dei primi testi letterari giapponesi cita alcuni onsen ancora oggi presenti a Shirahama. Il più suggestivo è sicuramente Sakino-yu un onsen all'aperto costruito su un promontorio e lambito dalle acque del Pacifico.
Seguendo i consigli della mia Lonely Planet ci vado di mattina per evitare l'affollamento. In realtà oggi non c'è nessuno nemmeno in spiaggia, è martedì e molti giapponesi lavorano ancora. Finalmente la distesa di sabbia bianca si mostra nella sua bellezza a contrasto con l'azzurro cristallino di un mare calmissimo. Piazzato l'ombrellone in prima fila per non perdere la priorità acquisita mi incammino per Sakino-yu.
L'onsen si trova a un paio di kilometri dalla spiaggia e la passeggiata sul lungomare è piacevole. Sulla strada ci sono altre sorgenti termali come Shirara-yu, proprio alla fine della baia e Murono-yu, lungo la strada, che offre un pediluvio caldo tra roccette e piante riposando su panche di legno all'ombra di un gazebo.
All' ingresso dell'onsen c'è una macchinetta dove fare il biglietto (300 yen) poi uomini e donne entrano in settori separati. Gli armadietti si trovano oltre una tenda e una tettoia di bambù protegge questa zona.
Ci sono quattro vasche, la prima è di forma quadrata, all'ombra forse perchè la sua acqua è ustionante. Lungo una scalinata di pietra bianchissima si trovano le altre tre piscine naturali di acqua sulfurea, man mano che ci si avvicina al mare sono un pò meno calde, l'ultima è quasi tiepida visto che con la marea l'acqua dell'oceano scavalca la barriera corallina e la ricopre...
Che dire, la sensazione di libertà è estrema, starmene sdraiata nell'acqua calda, nuda con davanti agli occhi solo il mare è davvero impagabile anche se il sole picchia forte.
L'incanto dura poco, arriva un gruppo di ragazzine chiassose che cercano di spiare i loro fidanzati nel settore maschile. Adesso fa davvero troppo caldo, vorrei fare un tuffo in mare ma non ho le scarpette per attraversare la barriera corallina, decido di tornare in spiaggia, mi rinfrescherò laggiù .

mercoledì 24 settembre 2008

Istantanee da Shirara-hama beach !





"Shirahama, sulla costa sud occidentale del Kii-hanto, è la località balneare-termale più importante del Kansai, con tutte le caratteristiche di un'ambita meta turistica giapponese: grandi alberghi, acquari, parchi divertimenti etc. Tuttavia dato che i giapponesi amano comportarsi secondo le regole (e in questo caso esse prevedono che l'unico periodo per fare il bagno nell'oceano va da fine luglio a fine agosto) fuori stagione la località è pressoché deserta. 
Shirara-hama la spiaggia principale è famosa per la sua sabbia bianca che a qualcuno potrebbe ricordare le spiagge australiane: in effetti la città ha dovuto importare sabbia proprio dall'Australia dopo che quella originaria era stata portata via dall'acqua dell'oceano." ( Lonely planet)


21/07/08
Oggi è lunedi ma quando arriviamo in spiaggia verso le undici sembra di essere a Baia Domizia il giorno di ferragosto. C'è un affollamento incredibile, la musica dagli altoparlanti a manetta si mescola con quella di ogni singolo stereo portato in spiaggia e il mare non si vede perchè coperto, non dagli ombrelloni ma dalle tende da campeggio e dai gazebo montati ovunque. Oggi ho capito quanto sud Italia e Giappone siano vicini in certe usanze. Da donna di origine molto meridionale ho trovato nella gente di qui un'ospitalità simile solo a quella che trovi al Sud. Forse perché il nostro amico è nato nel Giappone meridionale ma il suo pensiero fisso è cosa farci mangiare a cena mentre siamo a pranzo, ci tiene agli inviti a casa e a farci fare il giro dai parenti e poi, oggi la conferma al mare...sotto i gazebo con 40° all'ombra e 89% di umidità, tavolate pasteggiano vocianti al suono di enormi stereo borchiati...i più tecno hanno l'Ipod con le casse, ogni famiglia ha un grosso bidone della spazzatura con le rotelle, pieno di ghiaccio e bibite.
La nostra disperazione è estrema, come fare a trovare un posto dove sistemare il nostro ombrellino? Anche il mare è affollatissimo e pieno di punti neri, sembrano enormi scarafaggi...ma sono scarafaggi ! Sì perchè tutti i bambini hanno questo bellissimo salvagente a forma di cervo volante che si vede nella foto! E poi scopro che quasi tutti i giapponesi non sanno nuotare, anche i nostri amici, quindi rimangono assembrati a riva nei pochi metri dalla spiaggia in cui si tocca. Arrivano bardati con mute da sub o vestiti di tutto punto e fanno il bagno così, rimanendo poi vestiti anche in spiaggia, specie le donne, per non scottarsi. All'opposto le ragazzette biunde non rinunciano alle zeppe e ai mascheroni di trucco nemmeno in bikini. Il più bello? Il bay watcher, se ne sta sulla sua torretta con una muta di lycra a righe gialle e rosse, con cuffia intonata già posizionata sulla testa  e occhiale nero da cattivo...purtroppo non sono riuscita a fotografarlo!
Altra stranezza: i negozi non vendono teli di spugna da stendere sulla sabbia ma teli di plastica, molto più pratici perchè si scuotono meglio, non si bagnano e la sabbia non finisce in macchina! E poi i posteggi! Ovviamente anche qui ci sono i posteggiatori che offrono prezzi più o meno convenienti a seconda della distanza dal mare. Mediamente per meno di dieci euro posteggi tutto il giorno, ma qui l'omino fa la guardia. Inoltre nel parcheggio ci sono spogliatoi e docce dove togliersi per bene la sabbia di dosso e mettersi abiti asciutti per non bagnare i sedili della macchina! Se siete cialtroni come me ed uscite al mattino solo in costume e pareo, al ritorno dal mare verrete invitati dal proprietario dell'auto a mettervi sotto il sedere il famoso telo di plastica, ovviamente avendolo prima scosso per bene! Aiutoooooooooo!


Arrivo a Shirahama



20/07/08

Solita stazione di Shinagawa, solito caffè italiano, solite code ma stamattina con le valigie! Si va a Narita, aeroporto cittadino raggiungibile con la Tokyo Monorail in soli venti minuti da qui. Abbiamo appuntamento con Mikako e le sue bambine che verranno al mare con noi, il volo per Shirahama è alle 13,00 quindi avremo anche il tempo per pranzare prima dell'imbarco. L'aeroporto è molto grande e caotico, per molti cominciano le vacanze e pare che la nostra destinazione sia una delle località balneari più ambite dalle famiglie giapponesi. 
Effettuato il check in acquistiamo un bento da consumare, come fanno tutti, scomodamente seduti nella sala d'aspetto. I bento sono dei favolosi pasti pronti, confezionati in scatole di plastica o legno, dove il piacere dato dall'accostamento di sapori diversi è uguagliato dall'armonia con cui i cibi vengono accostati, belli da vedere insomma oltre che buoni da mangiare! La scelta è difficile perchè i tipi di bento sono tantissimi, vegetariani, con carne, con pesce, di sushi, con riso...alla fine ne scelgo uno che ha dentro un pò di tutto, attratta più dai colori che dal contenuto. La scatoletta viene scaldata al microonde e restituita con bacchette, tovagliolini e salsine per condire, inutile dire che il pasto pronto costa pochissimo.
Finalmente la chiamata del volo, si parte! Il decollo da Narita è divertente perchè la pista davanti al mare costringe i piloti a "impennare" parecchio e la sensazione di stomaco nelle orecchie è piuttosto forte! Siamo già in quota e da qui per la prima volta vedo nella sua forma conica perfetta l'agognata Fuji-san, già, perchè da terra non si vede mai per via dello smog.
Tra uno snack e un caffè servito dalle sorridenti e impeccabili hostess della JAL, l'oretta di volo passa veloce ed ecco sotto di noi, tra masse rocciose enormi, una strisciolina d'asfalto che finisce a picco sul mare... la pista dell'aeroporto di Shirahama. Ma riuscirà a beccarla e a fermarsi prima di finire in mare? Gu è terrorizzato, in effetti la manovra di avvicinamento è lunga e piena di virate sulla scogliera per mettersi in linea con la pista...si avvicina...piano...toccato terra!...Frena? Frena! Frenaaaaaaa.............Eccoci al mare sani e salvi!
Usciti dall'aeroporto più piccolo che abbia mai visto mi accorgo che fa molto caldo ma qui il cielo è azzurro, il sole splende e l'oceano Pacifico è là davanti immenso e blu.
Arriviamo alla pensione che i nostri amici hanno prenotato per noi, è una specie di ryokan, l'albergo tipico giapponese in cui ci sono anche dei mini appartamenti di proprietà. La stanza è bella e grande, ovviamente c'è il tatami e si entra scalzi, al di là della parete scorrevole un'altra stanza con divano, tavolino, frigo, l'immancabile bollitore per il tè e un piccolo giardino. Il futon è piegato in un angolo con le coperte e i cuscini, così che di giorno il tatami può essere utilizzato per guardare la tivù o chiacchierare seduti su ampi cuscini. Ovviamente c'è anche un piccolo bagno ma senza doccia poichè quella si trova nel sento, il bagno comune. Shirahama è una località termale rinomata da secoli e in ogni albergo o casa c'è un onsen. Presa confidenza con la stanza e montato il futon in tutti i suoi strati vado subito a provare il bagno di acqua termale bollente. Anche qui una lunga fila di docce basse e poi la vasca, non molto grande, decorata da pietre da cui sgorga l'acqua ferruginosa e caldissima.
E' già ora di cena e i nostri amici giapu che qui sono di casa ci portano a mangiare in uno shokudo, ristorante tipo self service i cui piatti, giapponesi ma anche occidentali, sono esposti in vetrina in fedeli riproduzioni di plastica. Un pasto costa circa mille yen (sei euro e cinquanta), l'acqua, il tè verde e il brodo si prendono liberamente dai distributori. Tutto molto buono e cucinato sul momento.
Prima di dormire altra puntatina all'onsen e poi a nanna nel letto più basso che abbia mai provato.


martedì 23 settembre 2008

Teatri a prova di bambino


Ieri pomeriggio sono stata ad un concerto di MiTo, il festival musicale settembrino che coinvolge Torino e Milano e che come di consuetudine offre ai propri spettatori molti concerti ad ingresso libero. Proprio perchè non c'è un costoso biglietto da pagare a questi concerti partecipa un pubblico molto eterogeneo, dallo studente del conservatorio, all'appassionato, al curioso che prova a passare un pomeriggio diverso.
Dietro di me una coppia di nonni con nipotino di quattro o cinque anni al seguito. Il bimbo è molto tranquillo ma tra me penso che far sentire ad un piccolo di quell'età una sonata per violino e pianoforte di Debussy, seguita da una di Ravel e poi da una di Enescu non sia proprio il modo migliore di iniziarlo alla musica classica. Durante il concerto il piccoletto diventa via via più scalpitante, inizia a scalciare dietro la mia schiena, a camminare tra le poltrone per terminare con un sonoro "nonna mi fa schifo!". La nonna non demorde e a questo punto tira fuori dalla borsa caramelle e giochini facendo un casino tremendo proprio mentre i musicisti suonano in pianissimo. Dopo quasi due ore di supplizio per la mia schiena e per il pargoletto, il concerto termina e l'allegra famigliola se ne torna a casa.
Il Giappone che in quanto a senso civico e buone maniere ci regala solo buoni esempi ha trovato da tempo una soluzione per i bambini a teatro. Se la mamma melomane o il papà abbonato alla Tokyo Symphony non vogliono perdersi La traviata e la Quinta di Mahler ma sfortunatamente quella sera la baby sitter è impegnata, possono portare tranquillamente il loro bimbo a teatro. Una parte della galleria di ogni sala è chiusa da una vetrata insonorizzata ma è dotata di altoparlanti, poltrone, fasciatoio, giocattoli e di un'ottima visibilità sul palcoscenico! Già, così il bimbo non deve subire il supplizio di una cosa che non può ancora capire ed il genitore non deve rinunciare ad una bella serata in musica.
Architetti italiani quando costruite le vostre mega sale da concerto non pensate solo all'acustica ma ispiratevi di più al buon senso dei vostri colleghi nipponici! Il pubblico vi ringrazierà a lungo!


domenica 21 settembre 2008

Ueno e Asakusa tra bancarelle ed oracoli



19/07/08
Il tempo stringe e le cose che vorrei fare sono troppe, la partenza per Shirahama si avvicina e di ritorno a Tokyo ci sarà giusto il tempo per chiudere le valigie e andare a Tsukiji al mattino presto.
Direzione Ueno dove sorge Ameyoko Arcade, affascinante mercato tra i più antichi di Tokyo. Le bancarelle si snodano sotto i binari della ferrovia, da una parte abbigliamento e scarpe, dall'altro lato alimentari di vario genere, dal pesce secco alle spezie importate, frutta e verdura, il tutto accompagnato dal solito richiamo a gran voce dei commercianti. Facciamo una sosta lampo in un ristorante sotto la ferrovia e poi riprendiamo il tour, tra filetti di pesce, bottarga di tonno, scarpe orrende e dischi vintage di artiste nipponiche cotonate.
Rapido giro per Ueno-koen, il parco di Ueno, un piacevole luogo dove i giapponesi trascorrono i momenti liberi, ricco di musei, templi e laghetti dove si possono noleggiare delle piccole barche. 
In questo tranquillo parco vivono centinaia di senzatetto e lo fanno silenziosamente, quasi invisibili se non fosse per le loro piccole tende blu, cercando di conservare una certa dignità. Le tende sono ordinate ed in fila, all'esterno di ognuna è possibile vedere i bidoni per la raccolta differenziata e la biancheria stesa...si tratta per lo più di uomini che hanno perso il lavoro e non sono riusciti a reintegrarsi nella vita comune. I senzatetto non vivono solo qui, questa volta ne ho visti molti di più anche dormire per strada, sotto i ponti a Shinjuku, avvolti nei loro cartoni. Non ho capito bene se è il comune a passargli la tenda e a regolamentare la loro permanenza a Ueno , in ogni caso questa cosa mi ha colpito molto.
Di nuovo in metro ci dirigiamo ad Asakusa, destinazione Kappabashi-dori, la via dei casalinghi.
Nonostante Asakusa sia un quartiere molto turistico per via del tempio di Senso-ji conserva uno spirito molto tradizionale che si percepisce nelle viuzze più che nell'affollatissima Kaminarimon-dori.
Dopo un breve tratto a piedi io e Gu - finalmente soli - arriviamo alla via dei casalinghi. Qui riconosco il piccolo ristorante di ramen dove ero stata da sola e che mi aveva colpito per via del rutto libero praticato dagli avventori...Peccato aver già pranzato!
Torno nel negozio della vecchietta lì di fianco e ritrovo le stesse ciotole di sette anni prima...ci addentriamo in altre botteghe, tra coltelli di ceramica e teiere, i prezzi qui sono molto bassi perchè sono i negozi dove comprano gli abitanti del quartiere.
Entriamo in una bottega piccolissima e senza ventilatore dove un uomo molto anziano sta seduto sulle scale e saluta con un cenno della testa. Ci sono ciotole e piatti rettangolari colorati bellissimi, ne scelgo con cura un paio per ogni tipo e forma, sono coperti di polvere e costano non più di un euro e cinquanta l'uno. Dopo averli scelti li appoggio su un banchetto libero, il vecchio signore tira fuori un bellissimo pallottoliere di legno, fa i conti, scrive in giapponese e poi mi mostra il totale: duemilaottocento yen, davvero pochissimo visto che esco con due borse pesantissime cariche di ceramiche! Il sole picchia forte e stranamente non c'è nemmeno un distributore di bibite nei paraggi. Ci addentriamo in una via che arriva perpendicolare al tempio. Qui c'è un mercatino pseudoartigianale  e in mezzo ai vari banchi ne troviamo uno che vende valigie! Già, per tornare in Italia serve una valigia in più, gli acquisti cominciano ad esser troppi! Ecco un fantastico trolley che può passare come bagaglio a mano e contenere quasi tutto quello che abbiamo comprato, esclusa la tenda  a rullo in carta di riso, l'ombrello e alcune cose voluminose...Infilati prontamente i sacchi di piatti e ciotoline in valigia ci dirigiamo a Senso-ji, che purtroppo ha già chiuso. Come di rito ci bagniamo col fumo dell'incensiere che pare essere curativo e per cento yen decido di consultare l'oracolo fuori dal tempio. Funziona così, metti la monetina, scuoti una scatola di legno che ha un piccolo buco dal quale fuoriesce un bastoncino. Su di esso vi è un numero, si apre il cassettino corrispondente e si prende il responso cartaceo. Se è positivo lo porti via con te, se è negativo lo si lega su un apposito raccoglitore che neutralizzerà la sfortuna. Prendo il mio, è uscito il numero 99 ma è scritto in giapu  e non capisco nulla. Dopo vari tentativi per fermare qualcuno che mi aiuti senza farmi capire, finalmente trovo una ragazza che parla inglese e mi decifra il bigliettino magico. Wow! Mi dice che è il meglio che potesse uscire, la migliore fortuna, in amore, per la salute, per il lavoro, per la vita! Speriamo sia vero, sicuro che me lo porto a casa il bigliettino! Poi per caso guardo il retro... il responso dell'oracolo era tradotto in inglese!

sabato 20 settembre 2008

Poltrone da sogno

19/07/08
Stamattina siamo ad Akihabara nota anche come Electric Town, quartiere un tempo rinomato per acquistare computer, macchine fotografiche e televisori a prezzi super competitivi. Con l'avvento delle grandi catene di elettronica, la concorrenza si è fatta molto forte tanto che oggi Akiba si orienta sul mercato dei videogiochi e dei manga. Gli affari comunque si trovano ancora specie su macchine fotografiche e pc ma anche se non comprate nulla è bello farsi prendere dalla frenesia di questo luogo, tra manga, schede madri e le urla cantilenanti dei venditori. Stamattina la nostra presenza qui ha uno scopo ben preciso. Avete presente le televendite nostrane di quelle poltrone rilassanti e costose che vibrano e hanno un rullo che si muove nello schienale? Bene, dimenticatele perchè cercherò di raccontarvi delle VERE poltrone massaggianti, veri e propri robots in grado di sostituire degnamente l'omino dei massaggi che vorrei portarmi a casa! Nella mia precedente visita a Tokyo le avevo scoperte per caso nella spa dell' hotel in cui stavo, ma in sette anni si sono evolute alla grande e ora quei modelli di vecchia generazione iniziano ad apparire in Europa, spesso via internet, a prezzi comunque proibitivi. Appena ti siedi su una di queste poltrone e parte un programma di massaggio che puoi impostare dal suo telecomando, scatta l'irrefrenabile desiderio di possesso. "La voglio ad ogni costo!" è la frase che automaticamente uscirà dalla vostra bocca e la faccia beata di tutti quelli che al quinto piano dei magazzini di elettronica provano queste meraviglie non lasciano dubbi sull'unanimità dei pareri. In realtà è da quando siamo stati ad Osaka che ogni giorno si fa una puntatina in un Bic Camera o in uno Yodobashi per fare il quarto d'ora di relax gratis, provando i diversi modelli e i tipi di massaggio, confrontando prezzi e offerte. Anche Gu che da sette anni sente sempre il solito racconto sulle poltrone prodigiose ora capisce di cosa parlavo e ha già deciso che una poltrona verrà in Italia con noi. Le più economiche costano tra i settecento e i mille euro e sono già fantastiche, hanno un sacco di programmi di massaggio diverso, dal collo ai polpacci e non sono neanche troppo ingombranti. Ma ovviamente l'oggetto del desiderio è lei, si chiama Sogno ed è appena uscita! Costa quasi tremila euro, negli States più del doppio ed è bellissima! E' totalmente computerizzata, una sorta di conchiglia che vi avvolge e si adatta alle dimensioni del vostro corpo, vi avvolge anche le braccia, le mani e i piedi. Ha decine di programmi diversi personalizzabili, vi prende i fianchi facendoli oscillare dolcemente mentre dei rulli che sembrano mani vi sciolgono qualunque contrattura dei glutei e delle gambe, delle spalle, delle tempie...poi si allunga, vi stringe un pò il collo e le gambe e vi stende la colonna vertebrale...si è lei , quella di pelle rossa, facciamo un mutuo, rapiniamo una banca ma deve venire a casa con noi! E' qui iniziano i problemi: 1) il voltaggio italiano è diverso, no problem esistono dei trasformatori in vendita due piani sotto e così funziona anche col 220v. 2) Se si rompe vale la garanzia? Qualche addetto alle vendite dice no, altri dicono che la poltrona è garantita dieci anni e non se ne è mai rotta una prima di quel tempo...3) il vero problema: è severamente vietata l'esportazione di questi articoli fuori dal Giappone. Ma il modo c'è, ci dice la commessa, lo fanno tutti gli stranieri, specie russi e americani. Si compra la poltrona e la si fa recapitare ad un indirizzo giapponese, poi come articolo usato il vostro amico ve la spedirà, bisogna solo organizzare il trasporto via nave. Perfetto! L' amico giapponese ce l'abbiamo e anche lui che abita in Europa ci sta facendo un pensierino, ci informiamo e con circa cinquecento euro una ditta italiana ci organizza la spedizione...ma se poi si rompe durante il trasporto? E se alla dogana ti fanno pagare delle tasse altissime? e...e...e...Insomma troppo complicato e il Sogno rimane là, al quinto piano di Yodobashi, mentre mi porto via solo un bellissimo catalogo patinato da sfogliare sospirando e sorseggiando té verde. 

giovedì 18 settembre 2008

Cosplay-zoku ovvero le ragazze di Harajuku



Harajuku è un quartiere modaiolo, caratterizzato dalla cultura consumistica pop. Takeshita-dori è la variopinta via principale dove attraverso le ampie vetrine è possibile vedere i parrucchieri più rinomati realizzare improbabili e bizzarre acconciature. Ad Harajuku si trova Meiji-Jingu-gyoen nel complesso dell'omonimo santuario scintoista uno dei più belli di Tokyo. Nei week end vi si svolgono le tradizionali cerimonie nuziali dove gli sposi e gli invitati indossano dei bellissimi kimono. Il parco alberato una volta era un giardino imperiale, il lago con le ninfee e la splendida fioritura color porpora dei giaggioli rendono quest'oasi metropolitana un vero paradiso.
Meiji-jingu è collegato ad Omote-sando, la via dei negozi griffati, attraverso Jingu-bashi, il ponte/ punto di ritrovo delle cosplay-zoku, il fenomeno popolare più celebre di Harajuku. Si tratta di un evento collettivo e spontaneo che coinvolge ragazze adolescenti non socialmente integrate che manifestano il loro sentirsi diverse attraverso l'adesione a subculture caratterizzate da un abbigliamento molto creativo. Si può essere fan dei visual-kei, band musicali dal look appariscente, oppure degli anime, i cartoni animati. In questo caso le supereroine da imitare sono infermiere con gli occhi iniettati di sangue (e ci sono negozi che vendono apposite lenti a contatto!) oppure vamp in nero con crinoline vittoriane e riccioli biondi (le Goth-loli) ma si può essere  geishe postmoderne indossando kimono rivisitati con zeppe altissime.
Alcune sono delle vere e proprie celebrità urbane, ogni week end è possibile vederle e fotografarle. A Jingu-bashi i turisti accorrono numerosi e loro stanno lì a farsi immortalare, un pò imbronciate, forse da copione, ma orgogliose della loro diversità.

domenica 14 settembre 2008

Il negozio di Kimono usati


18/07/08
Poiché nel mio blog è proibito parlare di balletto, l'ho deciso adesso, non vi racconterò nulla a proposito della splendida giornata che ho trascorso ieri, seguendo a Kamakura una delle compagnie di danza più famose del mondo nella quale un mio caro amico danza da solista.
Stamattina si va a caccia di kimono usati, un vero affare per noi donne occidentali visto che con poche decine di euro puoi comprare qualcosa che ne vale migliaia! Pare infatti che le donne giapponesi si facciano fare kimono in seta su misura per le grandi occasioni per poi darli via dopo un pò di tempo. Un kimono usato per loro non ha nessun valore o forse solo chi non può permetterselo nuovo va in questi negozi ad acquistarne uno di seconda mano.
Ci sono parecchi di questi luoghi in giro per la città ma io ho l'indirizzo del più interessante al quale ero giunta sette anni fa dopo un accurato tour.
La moglie dell'amico giapu che è di una città vicino Tokyo si offre di accompagnarmi. Sarà una giornata al femminile, dedita allo shopping e alla visita di musei. Alla fine si aggregano anche gli uomini (questa storia dei kimono interessa anche loro!) ma già a Shinagawa la nostra guida ha problemi a capire a quale fermata della metro dobbiamo scendere. Io me lo ricordo ma la cortesia mi impone di far fare a lei. La sensazione? Come se uno di voi dicesse ad uno straniero "ti accompagno in giro per Roma!" ma abitate a Udine e siete stati a Roma due volte in gita con la scuola, tanto tempo fa...
Appurato che dobbiamo scendere a Uguisudani finalmente saliamo sul treno. Io ho il biglietto da visita con l'indirizzo, usciti dalla metro prendiamo un lungo viale ed arriviamo ad un isolato che dovrebbe essere quello del negozio. La nostra amica si ferma osserva il biglietto da visita come un oracolo, mi guarda e mi chiede se era qui. A me non sembra il posto giusto e lei decide di entrare in un negozio di scarpe a chiedere. Esce molto mortificata dicendo che il negozio non c'è più da tanti anni...ma come da tanti anni, forse ha chiuso dopo che un gruppo di italiane lo svaligiò nel 2001!
Delusissimi e un pò disperati su come trascorrere il resto della mattinata ci avviamo di nuovo verso la stazione quando ecco l'omino del negozio di scarpe che esce dalla sua bottega e ci corre dietro: parla fitto fitto con la nostra interprete che annuisce almeno venti volte, poi si inchina altre venti e ci dice che l'omino le ha detto che sì il negozio ha chiuso tanto tempo fa ma ha riaperto...un isolato più avanti...esattamente dov'era nel 2001. Senza farci troppe domande riprendiamo la strada giusta e arriviamo finalmente al luogo che riconosco, subito dopo la casa col tetto verde acqua.
Lasciate le scarpe all'ingresso entriamo nel piccolo locale stretto e lungo, a destra e a sinistra alti scaffali dove i kimono sono ordinati per prezzo e per colore. Al centro un lungo tavolo di legno sul quale la commessa riordina tutto quello che in pochi secondi tiriamo fuori. Qui ci sono i kimono fino a mille yen (sei euro e cinquanta!). Ne acchiappo subito un paio, uno corto di seta lilla e uno a fiori rossi e blu su fondo avorio...da questo potrò ricavarne un abitino!
Cambio zona, qui ci sono kimono più cari, fino a diecimila yen, quelli da cerimonia, neri con i disegni colorati, tipici da matrimonio. Ce ne sono di bellissimi ma ne ho già uno così che non sono mai riuscita ad indossare se non in casa, cantando Un bel dì vedremo in playback davanti allo specchio!
La commessa me ne fa provare uno bellissimo, di seta viola con dei fiorelloni pastello sulle maniche e sul fondo. E' un kimono da fidanzata con le maniche lunghe lunghe ma lo possono indossare solo le ragazze fino a venti anni. Questo è nuovo e costa più di settecento euro. A malincuore me lo tolgo e ritorno agli scaffali economici dove ne trovo uno verde smeraldo con le margherite oro e un paio tutti neri da portare come souvenir.
La nostra amica vorrebbe farmeli comprare tutti ma in fondo non capisce tutta questa passione per un modo di vestire che con noi non ci azzecca nulla! In effetti non me lo spiego nemmeno io, forse ci vedo qualcosa di molto teatrale non so, ma quando in giro per una metropoli come Tokyo vedo donne e ragazze in kimono rimango sempre affascinata. E' assolutamente normale anche per le giovani bionde con l'ombretto bianco, un giorno escono in minigonna e zeppe e un altro in kimono con ai piedi i geta di legno. A proposito di geta ne ho comprati un paio, ci si cammina proprio bene e subito ti viene un pò il passo da geisha! Si tratta di infradito di legno alti che si indossano con il kimono casual vale a dire lo yucata, quello di cotone. Per intenderci sono quelle che hanno spesso ai piedi nei cartoni animati giapponesi, il tipo da cerimonia è più alto , ha la zeppa intera e si chiama tabi o zori. Anche la fascia che si lega in vita , obi, varia nella sua complessità a seconda delle occasioni. Ne ho comprato uno semplice ma non ho ancora capito come si lega, troppo complicato!
Usciamo tutti molto soddisfatti e pieni di sacchetti, la nostra amica ci propone di pranzare da Seibu il grande magazzino a Ikebukuro, magari con un bel piatto di spaghetti! Aaaaaah...come riufiutare? Sarebbe troppo scortese dire che preferiamo un kaiten sushi al mercato di Ueno...E allora vai di spaghetti, per altro anche buoni,  poi giro da Seibu, altro giro da Tokyu Hands e poi...massaggio shiatsu dall'omino, stavolta ancora più in crisi perchè oltre a non avere prenotato arriviamo in quattro! Oggi c'è anche il suo assistente, preoccupatissimi si organizzano e a turno cominciano a trattarci. Massaggio indimenticabile, esco da là come nuova e con la convinzione di dover rapire l'omino e metterlo in valigia! Una curiosità: in Giappone i massaggi shiatsu si fanno senza togliere i vestiti, vi coprono con un telo di modo che le mani del massaggiatore non abbiano mai un contatto diretto con la pelle del corpo. Non ho capito se è per una forma di pudore o cos'altro, ma il risultato è comunque fantastico.


giovedì 11 settembre 2008

Massaggi e gatti a Ikebukuro


16/07/08
Ho deciso, niente scalata del Fujiama, troppo rischio brutto tempo e poi domani sono stata invitata a passare una giornata con la compagnia di danza. Mi dispiace molto ma ormai ho deciso, l'alba sul Fuji è una di quelle cose che mi rimarrà da fare nella vita, insieme alla scalata del Kilimanjaro e del Monte Bianco.
Stamattina sono in giro per Ginza, quartiere chic di Tokyo in cui oltre ai negozi griffati ci sono cose più interessanti, tipo il Sony Building, dove si trovano tutti gli ultimi modelli non ancora in commercio di questo marchio. La cosa più assurda e inutile è un lettore mp3 che attivato si apre e si mette a ballare a tempo con la musica che trasmette...
Ma quello che mi interessa è visitare il Tokyo International Forum, edificio modernissimo dell'architetto Raphael Vinoly, una enorme nave di vetro che solca il cielo di Tokyo! E' immenso e davvero bello, le foto che faccio non danno l'idea della grandiosità di questo edificio. Al suo interno, oltre a tre enormi sale da concerto, ci sono un museo, una biblioteca, un giardino con bar e negozi e svariate sale per congressi. Lo giro in lungo e in largo, le passerelle in vetro altissime danno una visione dall'alto spettacolare, oggi però le sale non si possono vedere. Tento di intrufolarmi ma mi ritrovo due scagnozzi alle costole che mi sbarrano la strada...questi italiani!
Finito il giretto prendo la Ginza Line e mi sposto in zona Ikebukuro, ennesimo quartiere commerciale, meno appariscente di Shinjuku, ma altrettanto ricco di attrattive e...localetti un pò strani nei vicoli.
Ci sono i soliti Seibu, SeitanBig camera, Yamaha mega store e tutti i centri commerciali più rinomati con i loro ingressi direttamente nella stazione della metro. Sto camminando da almeno quattro ore, fa un caldo torrido e i miei piedi urlano...la soluzione? E là davanti ai miei occhi, per le strade ci sono cartelli invitanti come questo ogni tre metri ma io scelgo quello meno appariscente, duemilaseicento yen (15 euro circa) per un massaggio ai piedi. Lo studio è al terzo piano di un minuscolo edificio, mi accoglie un ragazzo preoccupatissimo perchè c'è una straniera, lui non parla inglese e io non ho prenotato (per i giapu che vogliono accogliervi preparati e al meglio, prenotare è sempre fondamentale, in ogni cosa!). Indicando i piedi e dicendo massage, ci intendiamo, solo piedi oggi, voglio prima vedere se è bravo.
Mi fa entrare nella stanza, tira su la tapparella così posso vedere il panorama dalla vetrata e mi dà dei pantaloncini da indossare per non sporcare i miei abiti. La cosa inizia con un idromassaggio caldo dei piedi urlanti che dura una decina di minuti nei quali lui va via. Poi torna , armato di olii essenziali e asciugamani, mi fa stendere e mi copre anche la faccia con un telo, per rilassarmi meglio...Che dire? Bisogna provare! Un piede alla volta, un dito alla volta, poi l'arco plantare, il tallone, la caviglia, il polpaccio...fa anche un pò male, ma lo shiatsu è così, va a sciogliere tutte le tensioni muscolari...poi passa all'altro piede e in un baleno passano quarantacinque minuti. Alla fine mi dice "pliz finiss!" , come già finito? Il tempo vola! Lui è sudatissimo io mi sento i piedi leggerissimi e come nuovi, mi rivesto con calma, esco dallo stanzino e vado a pagare. L'omino dei massaggi ha preparato una tessera nominale per me, ogni dieci massaggi uno gratis, ma io tra un pò riparto!!! Non provo nemmeno a spiegarglielo, chissà quanti anni vale questa tessera...Ci rivedremo caro, tornerò sicuramente a fare un trattamento shiatsu completo, sei bravissimo e poi per venticinque euro direi che si può fare!
Quasi volando mi ritrovo a spasso per Sunshine Street, la via dei negozi dalle mille insegne, al fondo della quale c'è Tokyu Hands, il mio magazzino preferito che qui ha il suo negozio principale. Otto piani interamente dedicati alla casa e al fai da te: un piano solo di cartoleria, uno solo cucina ( e qui compro attrezzini alla grande! ), uno solo tende, tappeti e biancheria per la casa, uno solo relax, con cuscini ergonomici, poltrone massaggianti e attrezzi rilassanti di ogni forma e genere, un piano per il bricolage, uno per le lampade, uno per gli articoli da matrimonio tipo biglietti, segnaposto, addobbi , liste nozze etc...,uno di erboristeria e cosmetici naturali e uno per i giochi intelligenti, tipo centro gioco educativo, dove ci sono robot e macchinine che hanno dei pannellini solari al posto delle pile!
Vorrei comprare tutto, certi oggetti qui non esistono, specie al piano benessere ci sono cose fantastiche, ma mi contengo e riesco a spender poco portando via il giusto.
C'è un nono piano da Tokyu Hands dedicato agli animali col suo negozio Neko-bukuro, dove neko, il gatto, è padrone assoluto. Tra le varie cose che per le bestiole sono solo una tortura ma che fanno felici alcuni padroni (...io il kimono alla mia gatta non lo metterei mai...) c'è un centro gioco gatto dove chi non ha posto e tempo per averne uno tutto suo può andare a spupazzarsi un felino, anzi venti felini bellissimi ma molto, troppo annoiati...
Si è già fatto buio, in questo posto tornerò perchè ho avvistato un paio di cose delle quali devo assolutamente impossessarmi e poi c'è l'omino dei massaggi...quello, potessi, lo metterei in valigia!

mercoledì 10 settembre 2008

La fiera delle vanità


E' sempre la solita storia ma ogni volta ci ricasco con effetti puntualmente devastanti sulla mia già inesistente autostima.
Arriva lui, famoso, isterico - bravo per carità, ma non sopporto gli isterici - che vuole otto ragazze, belle, mediterranee, espressive, con gli occhi profondi, grasse, magre, forse vanno bene anche bionde, anche se non sanno danzare boh...non sa nemmeno Lui. Ma Loro, quelle belle, quelle meno belle, anche quelle bionde e quelle grasse che non sanno ballare sanno bene cosa vuole Lui, allora vai di saluti, baci e abbracci plateali, sorrisi e sguardi adulatori. "Voglio che camminiate su una spiaggia come in un film, voglio la furia di un'erinni nei vostri occhi, voglio una danza sensuale ma un pò grezza..." Agli ordini! Tutte a eseguire, chi bene chi male e poi via , ad ogni gesto "tu via, tu grazie fai schifo! Tu non hai capito niente!". Cavolo, sto passando incolume da ogni scrematura, mi tiene, mi guarda sorridente, si ricorda di me? Gli piaccio! In fondo sono bravina, perchè dovrebbe buttarmi fuori? E infatti mi sceglie! Sono tra le otto, cazzo ce l'ho fatta, si lavora!
Poi il colpo di scena Lei, la nona! Come la nona, ma non dovevano essere otto? Beh sì, cinque posti erano praticamente già assegnati, tre messi in palio, ma poi spunta la nona che DEVE esser dentro e diventare ottava...E in un nano secondo mi ritrovo fuori, io che sono stata bravina, espressiva, cattiva, sensuale, con gli occhi profondi...al mio posto una bionda, inespressiva, grassina, con gli occhi da triglia, che non sa danzare ma che possiede, come molte altre, il Talento, fondamentale nel sottobosco artistico italiano : l'arte dell'adulazione, arte fine che non si impara, nella quale solo i migliori arrivano allo scopo, ottenere il favore di un santo protettore. No, mica in cielo! Non serve salire così in alto, un santo di solito si trova più in basso! Anche il santo spesso è un incapace o, se  è capace, ama  il potere che solo il gesto adulatorio dei molti in cerca di grazia gli dà.
Io un santo protettore non ce l'ho, non l'ho mai nemmeno cercato perchè sono nata senza Talento, non saprei come offrire voti e preci in cambio di grazie. Al massimo potrei trovarmi un protettore! Ma quello è un altro lavoro e poi adesso pare che si vada anche in galera!
Ma ... ops... dovevo raccontarvi dei massaggi shiatsu a Ikebukuro e invece ho perso il filo...scusate lo sfogo, adesso torniamo a Tokyo!